POSSESSION
POSSESSION: THE DETACHMENT
La Possession, mi hanno chiesto, cos’è? Sin dagli anni 80 i fenomeni che si verificavano mentre creavo le sculture erano intensi benchè le sensazioni mi portassero a sentirmi quasi smaterializzata, leggera e trasalita in dimensione insolita.
Sono le onde gamma, sono entità, fantasmi o mutamenti di coscienza, incontri molto ravvicinati con mondi inaccessibili ai vivi, oltre non dico.
La prima possession degli anni 80 nasceva come una fusione fra un entità vibrente, sotto forma di uccello con le piume rovesciate che si fondeva con una creatura femminile le cui braccia si confondevano con le ali, la testa all’indietro e la schiena inarcata come un amplesso spirituale che trascende i limiti fisici, i canoni, le regole, l’immaginario e la schiena del volatile si apre in una vulva che guarda l’infinito, il cosmo.
Il distacco dall’entità in questo caso è liberazione della figura femminile.
La donna è staccata alla sua destra, priva di contatto con la morte a braccetto con la donna velata, sporgenti, diafane ed emaciate, legate dal destino ineluttabile che dura dall’inizio dei tempi a simboleggiare il mistero della vita che recita in ogni istante l’ inesorabile memento mortis; mentre a sinistra la donna è legata a questa figura enigmatica, curiosa che si curva a curiosare per giocare a nascondino, il Matto.
Il Jolly, il giullare delle feste pagane e di quelle del calendario in cui, sin dai tempi antichi, le ricorrenze legate alle stagioni, ai raccolti, alle fasi lunari si confondono con quelle delle commemorazioni religiose: il medioevo.
In questa epoca il vivere sociale era ancora legato ai ritmi della natura ed ai suoi frutti e da qui si riallacciano altre sculture che racchiudono e descrivono la guarigione tramite le essenze e le erbe come Santa ldegarda Von Bingen e papa Celestino V cosparso di spezie, curucuma, curry, paprica, chiodi di garofano olio d’oliva, cacao, peperoncino.
L’impatto di una forte energia che invade l’artista mentre crea e si eleva connettendosi in una rete che connette tutti gli eletti, questa è la ‘possession’ che spiega il perché, artisti che non si conoscono, in luoghi deversi della terra hanno le stesse visioni, dipingono o scolpiscono immagini identiche: sono connessi.
Dall’esterno verso l’interno come un forza centripeta la possession agisce nel singolo artista mentre una possession più vasta collega gli artisti fra loro, tecnicamente come funzionano i computers.
Il coraggio e la scienza consentono di affrontare temi sconosciuti, materie che mutano nell’universo e le tesi spazio temporali della fisica quantistica, ognuno è libero di credere o meno all’invisibile e può approfondire la propria conoscenza in ogni disciplina.
Nel corso del periodo di tempo in cui mi sono occupata della mia vita professionale di commercialista durata 30 anni avevo sempre le stesse visioni.
Sculture irrealizzabili che sfidavano la forza di gravità ed uno strano albero con una sfera sopra unica scultura faticosamente realizzata nel 2010.
Nell’ottobre 2017 prendo la matita e disegno queste sfere, raggi e spirali ed il giorno 16, mentre ero alla Biennale di Milano durante la conferenza del Professor Vittorio Sgarbi mi appare una notizia riguardante il premio Nobel per la fisica a Kip Thorne, Barry Barish e Rainer Weiss con alcune immagini: le onde gravitazionali emesse dai buchi neri, esattamente quelle che mi ossessionavano da anni…