LE “DORMEUSES”
“La donna è fatalmente suggestiva; lei vive di un’altra vita, oltre alla propria; vive spiritualmente nelle fantasie che lei stessa ossessiona e feconda.”
Charles Pierre Baudelaire
Qui i volti non esistono e sono appena accennati con tratti stilizzati, i corpi si confondono con i tessuti sbiaditi, i ricami sono sfilacciati e la dimensione qui si estende al metafisico, immobilizzata come lo scatto di una foto ad albumina.
La pelle parla, si distende o si irrita come i sentimenti che anelano alla liberazione e che incontrano invece mille freni: dalle fibre delle stoffe sgualcite ai bordi slabbrati di vecchie poltrone dalle gambe tarlate.
Le membra intorpidite si piegano in pose innaturali come la pausa interminabile di pomeriggi nei quali la mente vaga e vorrebbe raggiungere quelle dolci gioie che ormai sono solo un vago ricordo od una vana speranza.
L’amore perduto o mai trovato, la stanchezza di una vita vuota o svuotata all’improvviso, qualunque sia il vissuto quel sofà è un rifugio nel quale il languido ed amaro abbandono è cosparso di gocce sbordate da calici svogliati, di lacrime avare di dolore.
Memorie di umori trasgressivi ormai lontani nel tempo.